Contro ogni violenza: non solo quella degli uomini sulle donne, ma anche quella delle donne sugli uomini. Alle pari opportunità deve corrispondere il riconoscimento di pari diritti e della realtà di tutti i fatti, incluse le denunce strumentali. L’altro giorno nell’aula di via Fieschi la battagliera Lilli Lauro (gruppo Toti) se l’è presa pure con Raffaella Paita (Pd) sulla questione delle false accuse di violenza o di maltrattamenti, ricordando che ci sono pure pericolose profittatrici e “donne acide, cattive, insoddisfatte, che riducono a larve i loro compagni”.
La fedelissima di Toti e dell’ex governatore Biasotti, sposata e mamma di quattro figli maschi, si è schierata dalla parte di tutte le vittime, attaccando femministe e certi esponenti del Pd, che con la loro ottusità vanificano successo e buone intenzioni del percorso bipartisan intrapreso a difesa delle donne.
Lilli Lauro, in sostanza, ha ripreso anche il punto di vista di molte donne e di alcuni autorevoli e qualificati pm, come Carmen Pugliese e Barbara Bresci, fra i primi magistrati che già anni fa avevano lanciato l’allarme sulle false accuse, andando controcorrente e fornendo al pubblico dati statistici inequivocabili: “I casi che poi si rivelano false accuse, sono in aumento. Le denunce di violenza o di maltrattamenti stanno diventando un’arma di ritorsione, in particolare per i contenziosi civili in fase di separazione”.
Ben diversa, invece, la situazione per quanto riguarda i casi in cui sono coinvolti alcuni stranieri, che per loro cultura popolare spesso non rispettano le donne.
“Basta violenza domestica – ha spiegato Lauro – tuteliamo le donne e aiutiamole a uscire dal silenzio, ma non dimentichiamoci dei padri separati in difficoltà, troppo spesso ignorati, come ha dimostrato di fare la miope capogruppo del Pd Raffaella Paita attaccandomi con la sua politica acida e piena di livore”.
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