La violenza delle donne sugli uomini non fa indignare nessuno

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Maria Rita Parsi ne parlava nel 2010 ma sono notizie scomode e non vengono divulgate.

Un team autorevole ha effettuato una ricerca, la prima in italia, sulla violenza delle donne sugli uomini.

Un sondaggio svolto in collaborazione con l’Università di Siena che ha raccolto dopo un lungo lavoro e attenta analisi durata 3 anni, dati inerenti la violenza subita dagli uomini da parte delle donne. Un’analisi che farà parlare molto e storcere la bocca a chi crede che questo accadimento è solo utopia. Un tabù che spesso non viene discusso grazie anche alla poca volontà di analisi da parte del Ministero delle Pari Opportunità al quale è stata proposta prima di tutti.

In moltissimi altri paesi questi dati sono già stati raccolti e sono a disposizione di tutti e a specialisti del settore come fonte di studio. In Italia è il primo evento significativo che si manifesta sotto forma di ricerca e di analisi, dove non si è mai pensato e ritenuto necessario riconoscere la violenza che gli uomini subiscono dalle donne.

Dai dati emerge che in Italia il sesso forte è prevalentemente vittima di maltrattamento psicologico. Esercitato sottoforma di offese verbali, nel tentativo di ferire, denigrare e umiliare il partner per motivi economici, di gelosia, di prepotenza nella gestione delle questioni strettamente familiari. In questo contesto, una dimensione significativa assumono le minacce, da parte di mogli e compagne, di attentare all’incolumità dei figli – (26,6% degli intervistati) e alla propria (32,4%). O spesso di recidere i legami con la prole (59,4%) e ridurre il partner sul lastrico (68,4%) in caso di divorzi e separazioni.

Oltre a questi, anche i casi di violenza fisica risultano frequenti. Si tratta in particolare di minacce puramente verbali (63,1%), seguite da episodi di vera e propria concretizzazione con modalità tipicamente femminili, quali graffi, spintoni, strattoni, capelli strappati (60,5%). Il 58,1% del campione preso in esame ha affermato, inoltre, di aver anche subito percosse, calci e pugni,comportamenti normalmente ed erroneamente attribuiti al solo universo maschile. Seppure in percentuale nettamente inferiore (15,7%), infine, compaiono tentativi di folgorazione con la corrente elettrica, investimenti con l’auto, mani schiacciate nelle porte e nei cassetti.

Per concludere, non mancano dichiarazioni di violenze sessuali e stalking. Benché in misura ridotta. Nel primo caso, si tratta soprattutto di amplessi interrotti senza un apparente valido motivo. Che generano gravi conseguenze fisiche e psicologiche: dall’insonnia a un profondo senso di mortificazione, frustrazione e depressione dovuto a derisioni, paragoni e al timore di non essere in grado di soddisfare la partner.

Tuttavia, oltre alle più comuni forme di violenza, vi è anche una percentuale di molestie esercitata tramite la costrizione ad avere rapporti sessuali in forme non gradite (rapporti sado-maso o nel periodo mestruale, la pretesa di atti sessuali in luoghi pubblici o di natura esclusivamente orale). Telefonate indesiderate, invio di mail ed sms, appostamenti e pedinamenti sono invece le azioni persecutorie preferite dal cosiddetto “sesso debole”.

Un quadro volto a dimostrare come la ricerca nel campo della violenza di coppia necessiti di indagini più approfondite e scevre da pregiudizi.

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