Il concetto tra borghesia e capitalismo oggi in Europa

Oggi manca una visione della totalità, viviamo nell’epoca dell’idiotismo specialistico, in cui ci si occupa in maniera esatta di pseudo-problemi, in cui si ragiona in termini di calcolo e manca una visione della totalità.

Ci si limita a vedere il sistema capitalistico non come singolo fenomeno economico, ma come totalità contraddittoria in movimento, che è quello che manca oggi, una visione della totalità dialettica.

C’è un mutamento antropologico, si sta producendo oggi una nuova forma di uomo, l’uomo precaryus, l’uomo senza stabilità, precario anche nei sentimenti e negli affetti, nella vita e nel lavoro, si passa dal proletariato al precariato.

Una mutazione antropologica Pasoliniana a tutti gli effetti e ciascuno di noi la sperimenta a suo modo sulla sua pelle, nel campo sia lavorativo che sentimentale.

Oggi il capitale trionfante deve eliminare gli elementi borghesi. Sbagliano i marxisti a pensare che borghesia e capitalismo siano la stessa cosa, è un’errore gravissimo.

Il capitalismo è un meccanismo anonimo autoreferenziale di crescita smisurata, la borghesia è una classe che per un verso si trova a suo agio nel capitalismo perché è il mondo che la vede trionfante, ma per un altro verso è una classe che produce una coscienza infelice o positiva rispetto al capitalismo, che produce una sfera di valori che alla fine si rivelano incompatibili con il capitalismo e che il capitalismo, quindi, deve mettere a morte.

Il capitalismo, oggi, non può ne accettare Carl Marx che è anti-capitalista, ne Friedrich Hegel cioè la visione etica e borghese nel mondo, basata sulla stabilità, che va dalla stabilità affettiva, come la famiglia, il matrimonio e la stabilità lavorativa, l’eticità professionale.

Il capitalismo oggi è anti-Marxiano e anti Hegeliano insieme, si sta verificando che, la sinistra che si sta espandendo in europa e maggiormente la sinistra Italiana, con il partito di maggioranza, il PD oggi al governo, è anti-borghese e ultra capitalista, il contrario di quello che hanno fatto credere per anni all’opposizione e quindi personalmente vedo la rottura dei patti sociali, conquiste ottenute in 150 anni, scivolare via per colpa di banchieri impazziti, che per la sete di denaro, dopo aver annullato la classe media (la borghesia) e le deportazioni di massa che stanno avvenendo in Europa, si creeranno i presupposti di una società schiavizzata con un potere sovranazionale, la politica ha perso la sua natura, perché è venuto meno il ruolo regolatore dei conflitti proprio da parte della buona politica.

In questa assenza prevalgono le ragioni di un popolo indeterminato che soffre la disoccupazione, il calo dei livelli di assistenza sociale.

Quel popolo rinfaccia urlando ai governi sia la corruzione estesa che – carenza molto più accentuata – l’ingigantirsi delle incompetenze da parte di chi deve decidere e agire.

Tale deriva non è solo europea ma mondiale. Gli Stati non hanno più l’autorità di cui godevano prima. Sopra di loro, piaccia o non piaccia, ci sono i mercati, la grande finanza che ha in mano le redini del governo mondiale dell’economia e, perciò, della società. Ha sempre meno voce in capitolo il cittadino con i suoi diritti politici.

Dettano legge la City, Wall Street, Piazza Affari, le borse di Tokio e Pechino».

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