Non sono di sinistra ne di destra ne liberale come lo intendono i falsi politici. Mi ritengo libero, libero di valutare attentamente gli avvenimenti, come la scomparsa di Fidel Castro che insieme a Che Guevara sono stati artefici della Revolution Cubana sottraendo l’isola allo sfruttamento degli americani. Qualcuno osserva che era un dittatore, che ha condannato a vivere il suo popolo nella miseria, intanto mi spieghino dov’è il benessere nelle isole dominate dal potere capitalista occidentale, ad iniziare dalla vicina Haiti.
Felicitarsi per la morte di Fidel è da servi sciocchi del potere che ci sta portando alla miseria. Da questa mattina con l’appoggio del clero (gli “oratores” intellettuali, politici, giornalisti e accademici) che da sempre demonizza ogni realtà non allineata col mondialismo classista, subito silenziata come fascista, stalinista e totalitaria, come Paolo Gentiloni che parla di “pagina drammatica della storia”, Matteo Salvini inneggia alla pietà cristiana ma è felice che c’è un dittatore in meno, come se in occidente sia diverso, aggiungendo “viva la Libertà” per non parlare delle battute degli inutili Fabbrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri… Roberto Saviano il quale enfatizza le violenze e le persecuzioni agli oppositori e agli omosessuali tanto cari al pensiero unico dei suoi amici sionisti.
Verrebbe da chiedere al coro virtuoso dei giubilanti quale sia la “Libertà” alla quale essi inneggiano. Sorge il sospetto che essa sia la libertà difesa e promossa dalla mondializzazione a cui il Leader Maximo si è eroicamente opposto e cioè: la libertà di sfruttare l’uomo senza impedimenti, la libertà di mandarsi a vicenda in rovina, come la libertà di pignorarti la casa.
Ritengo che sia scomparso un altro dei baluardi che con i loro successi e non, hanno contribuito al consolidamento della nostra identità latina opponendo l’espansione dell’imperialismo americano filo-sionista e per questo credo che Fidel ci appartenga come noi apparteniamo alla cultura latina. Da parte mia tutto il rispetto per quest’uomo che nel bene e nel male è stato l’avamposto all’invasione anglofona e alla tirannia del dollaro. Castro ha garantito un modello alternativo, per quanto non perfetto, a quello dell’apartheid globale capitalista.
Quando muore un grande si dice:
“Se muore un leone gli sciacalli arrivano a banchettare sulla carcassa. Ma il leone rimane leone, gli sciacalli rimangono sciacalli”.
Michele Rago
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