La parabola di Corrado Clini indica quel sistema di potere tutto italiano che lega politica, malaffare e lobby.
Da ex ministro e, soprattutto, da attuale direttore generale del ministero dell’Ambiente è finito in manette.
Clini è stato ministro con il governo Monti ma direttore generale prima del governo “dei tecnici“, anche quando ministro era Stefania Prestigiacomo, e lo è ancora oggi.
La procura di Ferrara sta lavorando a quest’inchiesta da mesi e l’arresto è una notizia che arriva come un fulmine nel cielo sereno del governo.
Clini, che oggi è Direttore per lo sviluppo generale, per il clima e per l’energia, avrebbe “distratto” 3,4 milioni di euro, dal finanziamento di 54 milioni di euro concesso dal ministero a un progetto per la protezione e preservazione dell’ambiente e delle risorse idriche, da realizzarsi in Iraq. Ai domiciliari per peculato, quindi.
L’hanno definita “distrazione di fondi“: ormai si usano espressioni soft. Se cosi fosse: è furto, di soldi pubblici, di tutta la collettività, per un progetto da ben 54 milioni per risanare l’ecosistema idrico in Iraq e la cosa più grave che questo signore è al ministero dell’Ambiente da 1991, quindi potrebbe essere solo spiccioli quello che oggi viene a galla.
Con questi personaggi nelle istituzioni difficile che possiamo ritornare a sognare un futuro migliore